Uranium 235 «Veil Of Onion» (2007)

Uranium 235 «Veil Of Onion» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Ryosaku »

 

Recensione Pubblicata il:
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Visualizzazioni:
1529

 

Band:
Uranium 235
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Titolo:
Veil Of Onion

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Marco Veraldi :: voce
Francesco Merante :: chitarra
Francesco Ciciarello :: basso
Antonio Sestito :: batteria

 

Genere:

 

Durata:
19' 12"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2007

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
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Recensione

Gli Uranium 235 sono un gruppo calabrese di Catanzaro che nasce nel 2006 dall’amicizia consolidata già in altri progetti, da parte di tre dei quattro componenti. Inizialmente una band nata al semplice scopo di dare sfogo alla loro creatività senza alcun obiettivo particolare di lungo termine. Gradualmente prendono però coscienza che da questi talenti può nascere qualcosa che va al di là di un sfogo creativo. Prende corpo progressivamente l’idea di un album, è così, Marco Veraldi il cantante anche dei Land of Hate, unito a Francesco Merante alla chitarra già attivo in altre band rock e blues locali e Antonio Sestito alla batteria (ex dei no corruption) iniziano ad allargare le fila inserendo nel trio, un quarto componente, Francesco Ciccarello detto Ciccio ex dei Schizofrenia, che assume il ruolo di bassista. Così completata la formazione, gli Uranium 235 cominciano il loro viaggio verso il primo prodotto, che realizzano nel 2007 e intitolano “Veil Of Onion”.
Il carattere che si esalta in tutte le canzoni proposte dall’album è quello dell’instabilità prevalente in tutti i componenti del gruppo, un fattore che tende a riflettersi nelle canzoni che non sono, come appurato all’ascolto, facilmente catalogabili in un solo genere, ma differiscono tra loro.
Senza dubbio questa peculiarità garantirà maggiori soluzioni, anche su quelle che potranno essere le composizioni future, ed è una versatilità che si constata già ora nel loro sound, un buon biglietto da visita.
In seguito proseguono la loro attività anche in raduni e concerti, sul piano live si fanno rispettare suonando come spalla di gruppi quali Glacial Fear, Arcadia, Zora etc.
La loro musica consiste in una miscela di varie influenze dal thrash, all’heavy, all’hard rock, al punk fino a qualche piccola sfumatura death.
Un concentrato di soluzioni che spazia da più parti e che rende di difficile inquadramento il gruppo. Tuttavia è sapiente l’opera di convogliare più influenze in uno stesso prodotto, ed il risultato può essere sorprendente.
La buona produzione del demo, certifica una garanzia di qualità nell’incisione e nel sound proposto dagli strumenti, nonché nella voce che si dispiega dal “growler” Marco.
Entrando nel merito della demo, cominciando dalla opener “Born From Your Lies” notiamo come questa prima traccia sia senza dubbio una delle più riuscite partendo subito sparata accompagnata da una cavalcata con la batteria che prende sin dalle prime battute. Un pezzo che si gioca su un alternanza tra clean e growl nel quale si esalta il cantante, che è ben assecondato da una buona struttura complessiva in particolare i break che consentono di respirare come le sortite dalla chitarra e soprattutto della batteria.
Il secondo pezzo anch’esso si colloca sulla falsariga del precedente è puro thrash e non è tutto sommato innovativo rispetto al precedente, tutta una nuova onda che progressivamente si innalza e si insinua senza fatica nell’ascoltatore trascinandolo nell’head banging. Tra le altre cose è imponente l’assolo ad un tratto della traccia.
La terza traccia è “Trapped Eyes” che consolida quei canoni e sfumature già citate in precedenza, coinvolgente fino in fondo e spaccaossa, decisamente non lascerà impassibili nei live.
L’ultima traccia conclusiva della purtroppo breve demo è “Scream At The Sky”, che si differenzia infin dei conti in modo lieve ma forse decisivo in quanto è da subito sostenuta dalla scorrevolezza di un arpeggio che viene introdotto è che non difetta assolutamente ma rende piacevole e getta le basi per un’ottima riuscita della track che poi si dispiega in quelle che sono le linee guida tracciate dalla composizione e dall’idea della band in questo primo album.
Per quanto riguarda i testi come nota a margine, sono in inglese ma rappresentano comunque quella volontà della band di sondare e prender spunto dalle esperienze dei gruppi stranieri che più hanno inciso nel genere, in particolare nel thrash. Buona la tecnica e l’organizzazione di base del gruppo che denota, nonostante sia ancora bisognoso di un naturale processo di amalgama (ma questo solo il tempo potrà darlo) ottime potenzialità e margini di miglioramento riferite soprattutto alle composizioni che possono essere ulteriormente migliorate. Nella demo non si hanno tracce tra l’altro di ambiguità o superficialità questo anche per l’esperienza che già in altri gruppi i giovani Uranium hanno maturato e che può renderli consapevoli delle proprie possibilità.
Senza dubbio in conclusione, questo primo rilascio degli Uranium 235 è già competitivo e mostra buone prospettive derivanti dal carattere, dalla grinta e anche dalle indubbie capacità messe in mostra da questa prima opera. Forse l’unica vera pecca è data dalla breve durata del prodotto, (circa 19 minuti) , ma nel suo insieme è assolutamente valido. Attendiamo ora il passo successivo, magari chissà, un full-lenght, con la sensazione che avremo un grosso salto di qualità.

Track by Track
  1. Born From Your Lies 75
  2. Simple Death 75
  3. Trapped Eyes 75
  4. Scream At The Sky 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
76

 

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